MADE IN ITALY. COME TUTELARE E VALORIZZARE I NOSTRI PRODOTTI
L’interesse per il Made in Italy è dovuto anche al fatto che occorre assicurare un avvenire alle imprese di un paese che, come l’Italia, ha fatto e fa scuola nel pianeta. Quanti sono i produttori di tutto il mondo che ambirebbero ad apporre sulle loro etichette il marchio “Made in Italy” e quanti quelli che lo usano impropriamente? Nel solo settore alimentare, il cosiddetto “italian sounding” sottrae una quota di mercato pari a 52 miliardi di euro l’anno. È stato calcolato che, sul solo mercato nord-americano, per esempio, se fosse possibile eliminare integralmente la presenza delle imitazioni, le imprese italiane crescerebbero da 3 a 9 miliardi di export.
Fin dal Rinascimento, il prodotto italiano ha un valore assoluto perché è frutto di quell’intreccio fra scienza, arte e cultura, unico nella storia dell’umanità. Com’è emerso nel convengo, è vero che le imprese italiane devono puntare, come hanno fatto negli ultimi anni, sulle due i (innovazione e internazionalizzazione), ma l’innovazione tecnologica non può prescindere dalla cultura e dall’arte, che contraddistinguono il prodotto italiano, anche nella meccanica e nell’automazione. Il cosiddetto contenuto estetico del nostro prodotto è qualcosa che non può essere oggetto di competizione. Nelle botteghe del Rinascimento, come nelle nostre imprese, l’arte e la cultura sono inscindibili dalla scienza e dalla tecnica da cui procede l’innovazione. Per questo, tutelare e valorizzare il Made in Italy vuol dire sempre più affrontare le sfide della globalizzazione, con strumenti giuridici e commerciali che consentano un ulteriore sviluppo, anziché un arresto, del settore manifatturiero nel nostro paese. Non a caso, negli ultimi tre anni, in cui le imprese italiane hanno adottato nuove strategie di comunicazione efficace sui mercati esteri, la crescita del nostro export è stata del 32,1%.
Internazionalizzare vuol dire tutelare e valorizzare il proprio marchio e i propri prodotti. Proprio per questo, i relatori hanno indicato come urgente l’esigenza per le imprese italiane d’individuare le strategie d’internazionalizzazione, le forme associative o di consorzio fra imprese, le politiche di marketing da adottare e gli strumenti per intendere le relazioni culturali ed economiche fra l’Italia e gli altri paesi, la struttura dei differenti mercati, la loro percezione del Made in Italy, le opportunità di crescita dei nostri distretti, i differenti sistemi distributivi, nonché gli strumenti di tutela dei nostri prodotti.
L’evento, organizzato dall’Equipe Cifrematica di Modena e dall’Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna, si è tenuto mercoledì 11 giugno 2008 presso la Camera di Commercio di Modena.
Sono intervenuti:
Luca Barbero, Barbero & Associates Ltd di Londra;
Ferdinando Cionti, giurista, uno dei massimi esperti in Europa dei problemi giuridici legati al marchio, all’immagine e alla proprietà intellettuale, autore di vari libri, fra cui Sì logo e Made in Italy;
Ormes Corradini, amministratore unico della SCE, Modena;
Sergio Dalla Val, brainworker, cifrematico, presidente dell’Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna, socio della casa editrice Spirali, di cui è tra i fondatori;
Paolo Federici, Fortune International Transport Srl;
Marco Maiocchi, docente di Industrial Design al Politecnico di Milano, fondatore di Etnoteam e di I.Net, autore di diversi libri fra cui La bottega, l’impresa, la cultura. Il vento va e poi viene;
Sebastiano Sorbello, vice Alto Commissario per la lotta alla contraffazione;
Alberto Mantovani, presidente della Camera di Commercio di Modena;
Alberto Piantoni, amministratore delegato della Richard Ginori, già amministratore delegato della Bialetti, project manager del Bando Ministeriale Made in Italy 2015;
Matteo Scaglietti, socio fondatore dello Studio Legale F&M;
Floriano Terrano, esperto di arte e cultura dell’Estremo Oriente;
Francesco Terrano, socio fondatore dello Studio Legale F&M;
Luigi Verrini, docente di Marketing dell’Alimentazione all’Università Cattolica di Milano, presidente di “ModenaFiere”;
Federica Zambelli, Ferrari Spa.
Direzione scientifica di:
Anna Spadafora, brainworker, cifrematico, direttore dell’Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna, tra i fondatori del giornale “La città del secondo rinascimento”.